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Il progetto si pone l’obiettivo di proseguire il percorso di esplorazione avviato con l’azienda Caccia al Piano per mettere in relazione la storia e gli spazi del luogo con gli interventi di artisti contemporanei invitati a mettere in risalto il legame che si può instaurare tra i linguaggi dell’arte e il processo di vinificazione.

Il percorso parte dalla scultura esterna ‘Otto cono maschera’, di Francesco Cavaliere che sarà attivata da un’azione performativa che racconterà il luogo e condurrà all’opera ‘Germoglio’ di Remo Salvadori intesa come simbolo di fertilità e rinnovamento. Nelle sale interne il percorso si sviluppa attraverso un gruppo di opere di Namsal Siedlecki che tendono a mettere in risalto il processo produttivo attraverso la creazione di un laboratorio di produzione di sculture che, nel periodo di mostra, modificherà gli ambienti insieme ad alcune opere in zolfo, vetro e cenere, che sottolineeranno il potere delle materie native del pianeta.

Il racconto si conclude all’interno della barriccaia dove l’opera luminosa ‘Lament’ del duo Claire Fontaine conduce ad immagini emblematiche della creazione universale e dell’aspetto sacro, per giungere alla cella frigorifera dove, ad attendere il visitatore, sono disposte opere in materiali conduttori di Remo Salvadori completando il ciclo della mostra.

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FRANCESCO CAVALIERE

Otto cono maschera è una scultura sonora in ottone lucido, capace di amplificare la voce e il suono con i suoi megafoni orizzontali e verticali. Per Terre Rare, lo strumento amplifica i suoni dedicati al paesaggio di Bolgheri e al cielo che irriga e riscalda le sue terre.

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REMO SALVADORI

Germoglio sono due opere d’arte collocate all’esterno e al cuore della cantina. Sperimentando la forma del cerchio fin dai primi anni ’80, l’artista ha creato una figura che nasce dalla relazione – incontro – di cinque cerchi, ciascuno originato da un centro diverso. Un vero esercizio di concentrazione.

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CLAIRE FONTAINE

Nella cantina di affinamento è collocata l’opera Untitled Lament: un dettaglio pixelato del capolavoro di Giotto “Il Compianto sul Cristo Morto”, fotografato dallo schermo rotto di uno smartphone. Recupera il formato della lightbox pubblicitaria, ponendo una domanda su cosa vediamo e cosa crediamo di vedere.

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NAMSAL SIEDLECKI

Per Terre Rare, Namsal Siedlecki presenta 3 opere:
Ispirato alla scultura di Auguste Rodin del Conte Ugolino della Gherardesca, che divorò i propri figli, Siedlecki crea una copia in zolfo – Fago (Ugolino). L’opera è divisa in 8 pezzi e posta sulla cima della torre della cantina.
Viandante è una vasca galvanica dove due sculture in rame coesistono in una soluzione di solfato di rame, comunemente noto come verderame – una sostanza spesso utilizzata in viticoltura come fungicida. Il processo galvanico permette a un metallo di spostarsi da una superficie all’altra, utilizzando una leggera carica elettrica, attivando un rituale in cui un oggetto si sacrifica per dare vita a un altro.
Limes è composta da pezzi che mescolano vetro fuso, rame e ceneri di lupo. Un tributo ai Romani, tra i primi a usare finestre di vetro nelle loro case. Limes era anche la parola usata per descrivere i confini dell’Impero Romano. L’opera è sospesa in aree esterne e interne, come amuleti apotropaici.

Ettore Favini

Sulla sommità della torre panoramica è posizionata l’opera di Ettore Favini dedicata alla Luna, satellite per eccellenza che regola le forze magnetiche ed i periodi biologici del pianeta Terra. L’opera, prodotta in esclusiva, è un omaggio al cosmo e a tutte le evoluzioni della natura scandite dalle fasi lunari.

MATTEO NASINI

Un’installazione ambientale capace di tradurre in una composizione musicale automatica il moto dei miliardi di stelle presenti nella Via Lattea, che transitano sopra di noi. Attraverso il linguaggio universale del suono, l’opera intende evidenziare l’isolamento del nostro pianeta dal resto della Galassia.